Sormani Marino
Showing all 5 results
(AURISINA, TS 1926 – TRIESTE 1995)
Nato ad Aurisina (Ts) dove i suoi nonni avevano delle cave di pietra, visse la sua adolescenza in questo piccolo paese carsico vicino al mare. Cominciò a disegnare nel 1943 in sanatorio dove venne ricoverato dopo essersi ammalato nelle baracche del campo di prigionia di Spittal. Nel 1948 si iscrisse insieme agli amici Mariano Cerne e Livio Rosignano alla scuola di pittura del Museo Revoltella, dove insegnava il pittore Edgardo Sambo. Dal 1949 al 1952 convinto dal suo amico, compaesano e scultore Celo Pertot, frequentò l’Accademia di Belle Arti di Vienna dove studiò con il professor Elsner. Sormani condivise l’esperienza presso l’accademina anche con l’amico pittore Claudio Cerni-goi ed ivi conobbe gli artisti Hundertwasser, Fuchs e Decleva.
Successivamente, assieme a Claudio Cerni-goi decise di andare in Svezia. Con l’aiuto dell’amico Celo Pertot, che da un po’ di tempo si era trasferito a Stoccolma, Sormani e Cerni-goi riuscirono ad esporre i loro rispettivi lavori. Dopo aver viaggiato fino al Circolo Polare Artico, Marino Sormani rientrò a Trieste lasciando a Stoccolma l’amico Claudio, innamoratosi e sposatosi con una ragazza svedese.
Le prime mostre personali e collettive di Marino Sormani risalgono agli inizi degli anni 50, quando l’incontro con Dino Predonzani gli fece scoprire raffinate tecniche soprattutto per la composizione della tempera all’uovo alla maniera dei trecentisti. Nel frattempo, si legò ad artisti che ruotavano attorno alla Galleria Lo Scorpione, diretta da Frida e Dario de Tuoni, sita in via San Spiridione, a quel tempo una delle più importanti di Trieste. Gli anni 50/60/ furono anni avvincenti e ricchi di fervore per gli artisti e per la città. Gli artisti tra i quali Mariano Cerne, Claudio Cerni-goi, Sabino Coloni, Carlo Hollesch, Sigfrido Maovaz, Livio Rosignano, Carlo Giorgio Titz, Marino Sormani, Gianni Brumatti e tanti altri si incontravano in vari locali di Trieste: il bar Moncenisio in via Carducci, la Latteria Svizzera in v.le XX Settembre, il bar Adriaco in P. Oberdan, la Taverna Murago in P.Goldoni, Chianti e Fossi ecc.
Sormani nel 1955 si recò a Parigi e la visita ai musei e alle gallerie d’arte fu fondamentale per il suo modo di dipingere; nello stesso anno si sposò con una bellissima donna, che gli stette accanto per tutta la vita e che lo aiutò a farsi conoscere come artista, creandogli attorno “un giro” di collezionisti e sostenitori. Negli anni 1956 e 1957 operò come aiuto scenografo di Marcello Mascherini e poi autonomamente per i registi Diego Fabbri e Furio Bordon. Diversi anni dopo (1987/1992) realizzò le scenografie per il teatro La Contrada di Ariella Reggio e Orazio Bobbio.
Assieme al pittore Livio Rosignano decise di andare per un periodo a Milano. Dopo aver trovato due modeste stanze studio con cucina, frequentarono l’Accademia di Brera e le gallerie milanesi che esponevano opere di artisti importanti. Da una parte Sormani ben si adattò ai ritmi della metropoli milanese, dall’altra Rosignano caduto in una crisi depressiva ritornò a Trieste, lasciando il compagno da solo. Dopo la partenza dell’amico pittore, Sormani non si perse d’animo: riuscì ad esporre alla Galleria del Mulino e si mantenne lavorando per agenzie pubblicitarie. Dopo circa sette mesi, Rosignano andò a trovarlo a Milano e rimase stupito della quantità di quadri che Sormani aveva dipinto. Il pittore triestino aveva dipinto su tele di notevoli dimensioni creando una decina di autentici capolavori che sarebbero bastati a giustificare la vita di un artista.
Ritornato a Trieste, con convinzioni rafforzate, trovò prima uno studio in via Piccolomini e poi si trasferì in un altro studio in via Felice Venezian, dove, oltre che dedicarsi alla pittura, si dedicò anche a diverse tecniche grafiche illustrando libri e riviste. Così collaborò con il settimanale “Il Meridiano”, fece degli acquerelli per dei racconti dello scrittore Fulvio Tomizza, realizzò cinque incisioni per il libro “Il mio Carso” di Scipio Slataper, illustrò il romanzo “La talpa” di John Le Crrè e nel 1980 il racconto “La traversata” di Quarantotti Gambini.
Sono da ricordare le numerose ed importanti mostre personali presso gallerie di Milano, Novara, Torino, Bruxelles, Vienna, Padova, Salisburgo, Venezia, Savona, Genova, Udine e le numerose a Trieste. Marino Sormani è morto a Trieste nel 1995. (Tratto dalla biografia di Walter Abrami)